10 cose da non perdere a Palermo e Monreale
10 cose da non perdere a Palermo (e Monreale).
Chi soggiorna a San Vito Lo Capo durante le vacanze estive non si accontenta soltanto di mare, spiaggia, ombrellone.
Certo San Vito Lo Capo è straordinaria e già da sé basta per una vacanza piena di stimoli e divertimenti: riserve naturali, eventi, enogastronomia di qualità e molto altro.
Ma pensare di essere a qualche decina di chilometri da città d’arte e interessanti luoghi da visitare, rende il turista sanvitese inquieto e pieno di curiosità.
Erice, Trapani, Marsala, Segesta, ma anche Palermo e Monreale, due delle tappe più richieste.
Il Transfer San Vito Lo Capo – Palermo consente di arrivare comodamente in città senza pensieri legati al traffico e al parcheggio.
Ma andiamo al cuore del nostro post: le 10 cose da non perdere a Palermo e Monreale. Ovviamente è un personalissimo decalogo e non è una classifica. Saremo ben lieti di ricevere i vostri suggerimenti.
#1 – CHIESA DELLA MARTORANA (Santa Maria dell’Ammiraglio)
La Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio è nota a tutti come Chiesa della Martorana e prende il nome dalla frutta martorana (pasta di mandorle e zucchero) preparata dalle suore dell’annesso monastero.
La Martorana è stata fondata nel 1100, è uno dei più straordinari resti del passato bizantino in Italia. Con l’annessa chiesa di San Cataldo crea uno degli scenari più fotografati al mondo. Un luogo, insomma, che più di altri, racconta il susseguirsi delle dominazioni presenti nei secoli a Palermo.
#2 – TEATRO MASSIMO
“L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. / Vano delle scene il diletto, ove non miri a preparar l’avvenire”.
È così che il Teatro Massimo racconta al mondo che passa ai suoi piedi quanto la cultura si nutrimento per la civilizzazione. Un po’ come i viaggi, no?
Ecco ritorniamo al nostro amato Teatro Massimo, imponente, elegante, ma con uno sfarzo che non risulta mai eccessivo o inappropriato.
E comunque, anche il Teatro Politeama, lungo la stessa asse cittadina, va visto assolutamente!
Ma è l’esterno, l’imponente complesso architettonico, che rende piccolo chiunque passi al suo cospetto.
I lavori furono iniziati nel 1875 dopo vicende travagliate che seguirono il concorso del 1864 vinto dall’architetto Giovan Battista Filippo Basile, alla morte del quale subentrò il figlio Ernesto Basile, anch’egli architetto, il quale accettò di ultimare l’opera in corso del padre su richiesta del Comune di Palermo, completando anche i disegni necessari per la prosecuzione dei lavori del Teatro.
(Fonte Wikipedia).
#3 – PIAZZA PRETORIA OVVERO PIAZZA DELLA VERGOGNA
Piazza Pretoria è un po’ come una bella donna: passi, l’osservi affascinato, ma ti avvicini sempre con un po’ di timore. Molta gente, molti palermitani, non hanno mai percorso la scalinata che porta alle statue, per quanto via Maqueda, Corso Vittorio, siano le strade più percorse, in quanto crocevia della città.
Noi possiamo garantirvi che da qualsiasi lato si guardi è davvero straordinaria e suggestiva, ma “entrare dentro” questo gioiello è un’esperienza impagabile.
Non la dimenticherete mai più.
Datata 1573, la Fontana è realizzata in marmo di Carrara.
“Dal 1861 a seguito dell’invasione sabauda piemontese, la fontana fu considerata la rappresentazione della municipalità corrotta e i palermitani soprannominarono la piazza, anche per le nudità delle statue, piazza della Vergogna”.
(Fonte Wikipedia).
#4 – PANE E PANELLE (E PANI CA MEUSA)
Dopo queste tre tappe imperdibili vi sarà sicuramente venuta fame.
E a Palermo è sempre il momento per avere fame. Non sappiamo se voi siete da spuntino dolce o salato, ma “nella nostra città” ogni palato scarta il suo regalo. Gradirete sicuramente cannoli e cassate, ma è lo street food ciò che più vi sazierà (e per affrontare una giornata intensa bisogna fare il pieno di energie!).
In tutte le strade della città potrete trovare una bancarella (più o meno a norma dove gustare le delizie palermitane). Noi ve ne segnaliamo due: pane e panelle (farina di ceci cotta con acqua e successivamente tagliata a quadrotti e fritta) con limone, sale e pepe e poi l’insuperabile “pane con la milza” o “pani ca meusa”. Se riuscite a superare le diffidenze iniziali non dimenticherete mai più questa carne succulenta, fritta e trabordante di grassi. Potrete deciderla se mangiarla “schetta” ovvero solo con sale, pepe e limone oppure “maritata” con aggiunta di ricotta.
#5 – PALAZZO DEI NORMANNI E CAPPELLA PALATINA
La Cappella Palatina è un piccolo gioiello. Fu fatta costruire a partire dal 1130 per volere di re Ruggero II di Sicilia come chiesa privata della famiglia reale.
Il soffitto in legno della navata centrale e le travature delle altre navate sono decorate con intagli e dipinti di stile arabo. In ogni spicchio sono presenti stelle lignee con rappresentazioni di animali, danzatori e scene di vita della corte islamica e del paradiso com’è descritto nel Corano.
Si trova all’interno del complesso del Palazzo reale di Orleans, la più antica residenza reale d’Europa e dimora dei sovrani del Regno di Sicilia. Oggi è sede del Parlamento Regionale e accoglie migliaia di turisti all’anno all’interno del chiostro e degli sfarzosi saloni.
#6 – I MERCATI
Un tempo era la “Vucciria” il simbolo del fermento palermitano e dell’amore per i mercati e il cibo.
Un’esplosione di vita, colori, vocii, i mercati sono un’esplosione di vita, luoghi in cui si può trovare una variopinta rappresentanza della città, senza esclusioni di fasce d’età. etnie, interessi.
Oggi la Vucciria è rimasto un quadro ingiallito e sporco e i punti di riferimento per la spesa quotidiana (e per i turisti) sono diventati Ballarò e il Mercato del Capo. Ognuno ha il suo preferito, ma entrambi hanno un fascino autentico.
Al mercato non si fa solo la spesa, ma si mangia anche. Si assaggia il vero street food o si approfitta delle osterie disseminate tra le bancarelle per un pranzo profumato e sicuramente poco silenzioso!
#7 – LO SPASIMO
Sulla sua storia ci sono miti e leggende, ma quando si entra dentro la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, il silenzio resetta tutto.
Il quartiere in cui è stato edificato è uno dei più antichi della città e rende ancora più suggestiva l’esperienza. Lo Spasimo fa la differenza perché non è fastosa, non ha tetti dorati, non ci
sono mosaici da apprezzare perché… non ha il tetto è questo rende tutto magico e surreale.
#8 – QUATTRO CANTI
A Palermo capita spesso di stare con il naso all’insù. E come per lo spasimo, anche i Quattro Canti incantano per essere la simbiosi perfetta tra cielo e architettura.
Quattro Canti, o piazza Villena, o Ottagono del Sole, o Teatro del Sole è il nome di una piazza ottagonale all’incrocio dei due principali assi viari di Palermo: la via Maqueda e il Cassaro, oggi Via Vittorio Emanuele (antica via di origine fenicia, collegante l’acropoli e il Palazzo dei Normanni al mare),
Fonte: Wikipedia
I Quattro Canti sono, sulla carta, una piazza, ma il fascino è quello di un teatro (non per niente Teatro del Sole) a cielo aperto. Anche durante i festeggiamenti in onore della “Santuzza”, Santa Rosalia, i Quattro Canti fanno da scena a performance suggestive.
#9 – CATTEDRALE
“Più bella fuori che dentro”, vi diranno tutti così soprattutto chi la confronta con il Duomo di Monreale. Ma noi vi assicuriamo che una volta arrivati lì non la dimenticherete.
Si può arrivare alla cattedrale da diverse strade e ognuna di queste vi donerà uno scorcio inedito, si tratta infatti di uno dei rari monumenti “a isola”.
La Cattedrale è stata modificata più volte, subendo ogni volta l’influsso di stili, religioni e dominazioni precedent.
#10 – DUOMO DI MONREALE
Ultima tappa del nostro viaggio è Monreale, con il suo Duomo, che da solo vale qualsiasi spostamento.
I decori bizantini impreziosiscono ogni millimetro della superficie interna e l’abside con il Cristo Pantocratore.
La prima curiosità da sottolineare è l’orientamento della Chiesa. Secondo i canoni della teologia Orientale: l’ingresso è ad Ovest, l’Abside col Presbiterio e l’altare ad Est. Il significato è semplice, si entra dal mondo delle tenebre, del peccato, da dove tramonta il giorno e si va verso la Luce, dove Gesù Pantocrator ci accoglie come “un sole che sorge dall’alto”.
I soffitti sono in legno policromo che mette in risalto tutta la preziosità dell’edificio.
Mettiamo il punto al nostro primo decalogo, ma vi promettiamo di continuare il nostro elenco.
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